Sokushinbutsu, la via per l’auto mummificazione

Corpo di un monaco mummificato

Il Sokushinbutsu è un asceta che decide di raggiungere la morte in modo però che il suo corpo si conservi.

La pratica del Sokushinbutsu è molto antica in Giappone: divisa in tre tappe ci mille giorni, nella sua totalità dura quasi nove anni. Attraverso le tappe cambierà la propria dieta in modo da assimilare alimenti che gli permettano di eliminare i grassi e i liquidi presenti nel suo corpo.
Al termine di questo percorso, se il processo è andato a buon fine, il corpo del monaco si auto mummificherà.

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“Alla fine del 19esimo secolo il Giappone ha messo fuori legge gli Sokushinbutsu perchè portavano avanti una pratica auto-punitiva, anche se pare che alcuni monaci abbiano portato avanti la tradizione fino al secolo scorso. L’ultimo monaco di cui è stato ritrovato il corpo intatto è Tetsumon-kai, morto nel 1829. Non si sa quanti siano riusciti a portare a termine l’auto-mummificazione, per ora sono stati ritrovati 24 monaci nello Yamagata, la regione a nord del Giappone dove si trova il complesso di Dewa Sanzan, i tre monti sacri dello Shugendo. Ma non sono gli unici al mondo perché nel 2001, nel villaggio di Ghuen, in Tibet, è stato ritrovato il corpo mummificato di un monaco buddista. Aiutato dalle temperature molto basse, il villaggio si trova a 4.284 metri di altitudine. Anche in questo caso il monaco si è lasciato morire di fame seduto per mesi nella posizione del loto, che è riuscito a mantenere fino ad oggi grazie a una fasciatura di juta.”

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